Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Mentre così lo confortava, comparve una donna che teneva per mano un bambino di cinque o sei anni. "Babbo, che cosa ti spaventa tanto?"
     "Prepara il tè, mamma" articolò a fatica il vecchio.
     La donna lasciò il bimbo e rientrò per preparare il tè. Dopo averlo bevuto, Tripitaka si alzò dalla seggiola su cui si era seduto, per salutare la donna: "L'umile monaco che sono è inviato dai grandi Tang delle terre dell'Est alla ricerca dei sutra. Quando siamo giunti nel vostro nobile paese, ho sollecitato il favore di poter passare una notte nella vostra residenza. Ma il brutto aspetto dei miei tre discepoli ha provocato questo timore ingiustificato del venerato capo famiglia."
     "Tanta paura solo perché sono brutti?" si stupì la donna. "Che ti succederebbe se vedessi una tigre o una pantera?"

     "Mamma, non sono tanto le loro facce a terrificarmi, quanto il loro modo di parlare. Ho detto che sembravano uno yaksa, un diavolo a testa di cavallo e il duca del tuono; allora l'ultimo dei tre mi ha risposto che si chiamava Scimmiotto, e che gli altri erano i suoi discendenti. È questo che mi ha fatto paura."
     "Ma no!" disse Tripitaka. "Scimmiotto è il mio discepolo anziano. Porcellino, il secondo, è quello che può far pensare a un diavolo a testa di cavallo; e quello che vi sembra uno yaksa si chiama Sabbioso. Per quanto siano brutti, sono monaci che osservano la dottrina e compiono buone azioni per raccoglierne i frutti. Non sono affatto creature malefiche, e non è il caso di averne paura."
     Venendo a sapere che erano monaci e che avevano un nome, la vecchia coppia si sentì rassicurata: "Dunque fateli entrare, prego!"


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