Opere di letteratura italiana e straniera |
Scimmiotto era già di malumore. A queste parole esplose con una tale violenza che quasi fece cadere a terra il ragazzo di Buona Fortuna: "Come sei zotico, ragazzetto ingrato e stupido! Quando facevi il mostro, fui io a pregare la pusa di prenderti al suo servizio e di rimetterti sulla retta via; se hai avuto felicità eterna, libertà e longevità uguale al Cielo, a chi lo devi se non al vecchio Scimmiotto? Eppure mi vieni a insultare. Io mi lamento di fatti per cui devo chiedere aiuto alla pusa; come puoi dire che mi lamento di lei?"
"Non avevo mai subito un torto simile" disse Scimmiotto piangendo e inchinandosi di nuovo. "Da quando mi avete liberato dal castigo del Cielo, mi sono comportato da sramana fedele all'insegnamento del Buddha, ho protetto il monaco cinese nella sua ricerca dei sutra, ho rischiato la vita per salvarlo dagli ostacoli demoniaci. Ma è stato come togliere una lisca dalla gola della tigre, o sollevare scaglie sul dorso del drago. Ho riposto ogni speranza nel ritorno alla verità e nel conseguimento del giusto frutto, ho fatto di tutto per redimermi dai miei peccati e per liberarmi dai cattivi pensieri. Non avrei mai creduto che il reverendo si mostrasse così ingrato, compromettesse ogni possibilità di migliorare il mio destino e mi infliggesse il dolore di non distinguere il bianco dal nero." |