"Spiegati meglio, ti ascolto."
Scimmiotto raccontò nei particolari come si era trovato ad ammazzare i briganti di strada e ciò che ne era seguito. Spiegò come tutti quei morti ammazzati avessero mosso la bile del monaco cinese, al punto che, senza distinguere il bianco dal nero, si era messo a recitare l'incantesimo della costrizione del cerchio e l'aveva ripetutamente scacciato. Non sapendo dove andare, né in cielo né in terra, era venuto appunto per riferire i fatti alla pusa.
"Tripitaka viaggia per incarico imperiale. È un monaco che coltiva il bene con tutto il suo cuore e non può tollerare che si attenti in qualunque modo a qualsiasi forma di vita. Con i poteri che hai, che bisogno avevi di battere a morte quei briganti? Sono dei malvagi, ma sono pur sempre esseri umani che non si devono uccidere. Se ammazzi mostri, lamie o altre creature malefiche acquisti meriti; ma se uccidi uomini, dimostri solo la tua inumanità. Per liberare il maestro ti sarebbe bastato di metter loro paura. A mio imparziale avviso, il torto sta dalla tua parte."
Il Novizio si prosternò trattenendo le lacrime: "Anche se ho fatto male, avrei potuto riscattarmi in seguito con buone imprese; non meritavo di essere scacciato così. Vi supplico, nella vostra grande misericordia, di recitare l'incantesimo che apre il cerchio, in modo che possa togliermelo dalla testa e rendervelo. Lasciatemi ritornare a vivere nella Grotta del Sipario Torrenziale."
"Fu il Beato in persona a insegnarmi l'incantesimo della costrizione del cerchio" replicò sorridendo Guanyin. "L'anno in cui mi mandò nell'Est a cercare qualcuno che potesse compiere questa ricerca, mi diede tre tesori: il kasâya di broccato, il bastone da pellegrino con nove anelli e i cerchi Strizza, Spezza, Schizza. Mi insegnò a metterli, ma non a toglierli."
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