"Allora permettetemi di congedarmi."
"Dove vuoi andare?"
"Vado al Paradiso dell'Ovest a parlarne con il Beato; lui saprà come togliere il cerchio."
"Aspetta: voglio prima verificare se le sorti sono favorevoli o no."
"Per me è inutile; la mia sorte mi sta bene così com'è."
"Non la tua, ma quella del monaco cinese."
La brava Guanyin, seduta sul trono di loto, passava in rassegna tutto l'universo con il suo sguardo sapiente, facendolo scorrere sui tre mondi uno dopo l'altro. Quindi disse: "Consapevole del Vuoto, il tuo maestro sta per affrontare una prova che metterà in pericolo la sua vita: non tarderà a cercarti. Resta qui, mentre io vado a parlargli e gli chiedo di riprenderti con sé per realizzare il giusto frutto della sua ricerca."
Scimmiotto dovette acconsentire e restarsene lì buono e tranquillo, rinunciando a combinarne qualcuna delle sue.
Intanto il reverendo, scacciato Scimmiotto, aveva affidato il cavallo a Porcellino e i bagagli a Sabbioso. Avevano percorso insieme una cinquantina di li a buona andatura, quando Tripitaka tirò le redini: "Discepoli, abbiamo lasciato il villaggio prima dell'alba, e le contrarietà che mi ha dato l'equipuzio contribuiscono ad accrescere fame e sete. Chi di voi vuol mendicare qualcosa per nutrirmi?"
"Smontate da cavallo, maestro. Vedrò se si trova qui intorno qualche villaggio in cui chiedere l'elemosina."
Tripitaka smontò e Porcellino salì su una nuvola; ma per quanto scrutasse, non vedeva che picchi e montagne senza traccia di abitato. Porcellino ritornò a terra e disse a Tripitaka: "Non si vede neppure una capanna, non c'è nessun segno di possibili donatori."
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