Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Quella creatura perversa ha prodotto un altro reverendo con il cavallo bianco, un altro Porcellino con i nostri bagagli, e perfino un altro me stesso. Questo non l'ho potuto sopportare, e l'ho steso morto con una bastonata: allora ho visto che si trattava di una di quelle scimmie malefiche. Sono andato a riferire tutto alla pusa, che mi ha mandato con il condiscepolo anziano a smascherare l'impostore; ma si assomigliavano talmente, che io non sapevo chi aiutare. Ecco perché sono ritornato a informarvi."
     Sotto l'impressione del racconto, Tripitaka era livido. Porcellino se la ridacchiava: "Com'è divertente! Aveva ragione la nostra donatrice: c'è proprio in giro un'altra squadra di cercatori di scritture."
     Vecchi e giovani di casa vennero a chiedere a Sabbioso: "Dove siete stato in questi giorni? Forse a cercare fondi per il vostro viaggio?"

     "Prima sono andato a cercare i nostri bagagli nel continente orientale" rispose sorridendo Sabbioso. "Poi sono andato a salutare la pusa Guanyin sul Monte Potalaka, nei mari del Sud; e infine sono tornato qui passando dal Monte di Fiori e Frutti."
     "Fra andata e ritorno, che distanza sarà?" domandò il padron di casa.
     "Circa duecentomila li."
     "Monsignore! Una distanza simile in pochi giorni! Queste cose le fa soltanto chi viaggia sulle nuvole!"
     "E questo non è niente" aggiunse Sabbioso. "Il mio condiscepolo anziano non avrebbe impiegato più di un giorno o due."
     La gente che li ascoltava era convinta di trovarsi di fronte a immortali.
     "Nemmeno per sogno" diceva Porcellino. "Gli immortali, in confronto a noi, sono piccoli mocciosi."


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