"Giusto" approvò Tripitaka.
Sabbioso salì in alto e propose loro: "Fermatevi, voi due: venite dal maestro, perché provi lui a distinguere il vero dal falso."
Entrambi i grandi santi si arrestarono. Sabbioso ne afferrò uno per il bavero e gridò a Porcellino: "Fratello, prendi l'altro e portiamoli giù."
Quando scesero davanti alla capanna, Tripitaka recitò l'incantesimo e i due scoppiarono in lamenti e gridarono: "Mi sono già battuto duramente, non recitate l'incantesimo! Fermatevi, vi supplico!"
Il reverendo, che era di temperamento misericordioso, si fermò; ma gli riusciva impossibile distinguere l'uno dall'altro. Entrambi si scrollarono dai loro custodi e ripresero ad azzuffarsi.
"Condiscepoli, voi badate al maestro, mentre io vado a chiedere l'aiuto del re Yama" annunciarono l'uno e l'altro Novizio. E subito scomparvero, spingendosi e tirandosi l'un l'altro.
"Nella Grotta del Sipario Torrenziale" disse Porcellino a Sabbioso, "tu hai visto il falso Porcellino che portava i nostri bagagli. Perché non glieli hai presi?"
"Quando ho colpito il falso Sabbioso, sono stato circondato e aggredito: ho dovuto fuggire a precipizio. In seguito, quando sono ritornato alla grotta con il Novizio, ho perlustrato e messo tutto a soqquadro, ma i bagagli non li ho trovati, e ho dovuto ritornare a mani vuote."
"Lo vedi che non sei pratico del posto? Quando ero andato io alla grotta per convincere Scimmiotto a ritornare con noi, ricordo benissimo che era andato a cambiarsi d'abito passando attraverso una cascata d'acqua: la cascata cela un passaggio, che in realtà è la porta interna della grotta. Probabilmente quella creatura ha nascosto i nostri bagagli là dietro."
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