Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Vuoto e forma non sono nient'altro che sé stessi,
     Ma forma non ha forma, è nient'altro che vuoto,
     E il vuoto non ha un termine, non è altro che forma.
     Il vuoto non è vuoto, la forma è senza forma.
     Solo dire parole rischiara l'indicibile."

     La folla, a testa china in segno di ubbidienza, cantava i versi in coro, mentre il Beato faceva piovere dal cielo fiori a profusione. A un tratto egli si alzò dal trono e disse alla moltitudine: "Voi che siete uniti nel cuore e nello spirito, guardate venire lo spirito sdoppiato che lotta contro sé stesso."
     Tutti alzarono gli occhi e videro i due Scimmiotti entrare nel sacro territorio del monastero, urlando da scuotere il cielo e la terra. Gli otto portatori di folgori, allarmati, si fecero avanti per fermarli: "Dove credete di andare?"

     "Questo mostro ha preso il mio aspetto: devo recarmi ai piedi del trono perché sia il Buddha a distinguere il vero dal falso."
     Era impossibile trattenerli. Avanzarono entrambi, continuando la baruffa, finché giunsero davanti al Buddha, si inginocchiarono e dissero rispettosamente: "Il vostro discepolo, che ha l'incarico di proteggere il monaco cinese in cerca delle autentiche scritture in questo sacro monastero, si è prodigato molte volte per sormontare le insidie che diavoli e mostri gli tendono lungo la strada. Negli ultimi tempi ci siamo imbattuti in una banda di briganti e, a due riprese, ne ho uccisi alcuni. Il maestro me lo ha rimproverato e mi ha scacciato: non vuole più che lo accompagni a rendere omaggio al corpo dorato del Beato. Non potevo far altro che correre nei mari del Sud per lagnarmene con Guanyin. Intanto questo mostro ha inopinatamente usurpato il mio aspetto e la mia voce, ha battuto il maestro e ha rubato i bagagli. Il mio condiscepolo Consapevole della Purezza l'ha seguito fino alla mia montagna, dove la creatura perversa ha cercato di fargli credere che c'era un altro santo monaco in cerca delle scritture. Sabbioso è corso anche lui nei mari del Sud a informare Guanyin, che mi ha ordinato di ritornare in sua compagnia. Da quando ci siamo scontrati non abbiamo smesso di batterci, in questa lotta fra il vero e il falso. Nessuno, dai palazzi del Cielo alle sedi infernali, è stato in grado di distinguerci. Ecco perché ho l'estremo ardire di supplicarvi di esercitare la vostra bontà, di concedermi la vostra commiserazione e di discernere finalmente il giusto dal perverso; in modo che io possa riprendere ad accompagnare fino a voi il monaco cinese, e assicuri eterna gloria alla nostra eminente dottrina portandone i sutra nelle terre dell'Est."


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