Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Non si finirebbe mai di raccontare il rapido avvicendarsi della luce e del buio, del sole e della luna. Al cielo torrido dell'estate subentrò il gelo del tardo autunno. Guardate:

     Rare nuvole lacera il vento d'occidente,
     Sul broccato di brina la gru grida remota.
     Il paesaggio di gelo si stende interminabile,
     Volano oche selvatiche verso i passi del nord.
     Neri uccelli ritornano ai sentieri del sud.
     Nel suo mantello scuro, il viaggiatore sente
     Un brivido percorrerlo, tanta è la solitudine.

     Tuttavia, man mano che avanzavano, i quattro pellegrini sentivano la temperatura sempre più calda, fino a diventare soffocante.
     "Da dove può venire questo caldo, in una stagione così avanzata?" si stupì Tripitaka tirando le redini.
     "Non sapete" rispose Porcellino, "che nell'Ovest c'è il paese di Sihali, detto comunemente Estremità del Cielo? È il posto dove scende il sole al tramonto. Al crepuscolo il re fa battere i tamburi e suonare le trombe sulle mura, per coprire il rumore del gran ribollire che fa l'acqua dell'oceano. Infatti quando il sole, che è tutto fuoco yang, si tuffa nell'acqua, essa stride e sibila al suo contatto. Senza quel baccano di trombe e tamburi, i bambini del paese morirebbero di convulsioni. Scommetto che sentiamo tanto caldo perché stiamo arrivando nel paese dove tramonta il sole."

     Udendo queste elucubrazioni, il grande santo scoppiò a ridere: "Bestione, tu parli a vanvera. Sei già arrivato a Sihali! Ma il maestro, col suo passo, non riuscirebbe ad arrivarci in tre vite, anche se le impiegasse a camminare dal giorno della nascita a quello della morte."


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