Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Voi non vi ricordate di me. Vedete, in questo posto una volta non c'erano montagne. Ricorderete quando metteste a soqquadro i palazzi del Cielo, foste catturato dall'illustre santo Erlang e consegnato al signore Laozi, che vi mise dentro il forno degli otto trigrammi. Quando il forno venne aperto, voi balzaste fuori e rovesciaste tutto quanto: le braci caddero qui e divennero i Monti di Fuoco. Io ero l'inserviente addetto a quel forno: fui rimproverato di negligenza e venni esiliato qui a esercitare le funzioni di divinità locale."
     "Ora mi spiego perché sei agghindato in quello strano modo" brontolò Porcellino di malumore. "Non sei una vera divinità, ma un taoista travestito."
     "Ma spiegami" insisté Scimmiotto, convinto a metà, "perché è necessario chiedere l'intervento del re Granforzuto."

     "Il re ha abbandonato la Râksasî ed è andato a vivere nella Grotta Toccanuvole del Monte Mucchio di Tuoni. Là viveva un re volpe, morto all'età di diecimila anni, che ha lasciato erede universale la figlia, la principessa Viso di Giada, ricca a milioni e senza alcun sostegno per amministrare il suo patrimonio. Un paio d'anni fa lei ha preso informazioni sulle grandi capacità del re diavolo toro e gli ha proposto di mettere i suoi beni nelle sue mani, a condizione che accettasse di vivere con lei come sposo. Perciò il toro ha piantato in asso la Râksasî. Se ora voi, grande santo, lo convinceste a ritornare, penso che la Râksasî acconsentirebbe in cambio a ogni vostra richiesta. Se voi otteneste il ventaglio, ne ricaveremmo tre grandi vantaggi: il primo è che il vostro viaggio potrebbe proseguire; il secondo, che le fiamme sarebbero spente una volta per tutte: sarebbe un bel sollievo per chi vive nel paese; il terzo, che non sarebbe più necessario che io resti qui a fare la guardia alla carbonella: potrei essere perdonato e riammesso in servizio nel palazzo del signore Laozi."


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