Il re toro le presentò scuse solenni e dovette farle molte coccole, prima di riuscire a calmarla. Infine manifestò il suo disappunto: "Mia cara, non ti ho mai nascosto niente. La Grotta del Banano è in un posto fuori mano, ma libero e puro. Mia moglie è un'immortale che ha conseguito il Tao fin dalla prima giovinezza: tiene in ordine la sua casa e la moralità di chi la abita. Com'è possibile che si sia servita di un uomo come quello che mi descrivi? Penso che sia un mostro che abusa del suo nome per avvicinarmi. Aspetta che esca per mettere in chiaro le cose."
Il bravo re diavolo uscì dalla biblioteca e andò in sala a indossare l'armatura e a prendere un randello di ferro lavorato. Poi si fece sull'uscio e gridò: "Chi è l'insolente che viene qui a comportarsi da villano?"
A Scimmiotto, che si teneva defilato, parve che il suo atteggiamento fosse molto diverso da quello consueto di cinquecento anni prima. Ecco qua:
In capo un elmo di ferro, polito e scintillante come argento, l'armatura d'oro è adorna di broccati e ricami, calza stivali di daino dalla suola bianca con le punte ricurve, porta alla vita una tripla cintura decorata col motivo del barbaro e del leone.
Occhi brillanti come specchi e sopracciglia come arcobaleni; labbra scarlatte e denti di bronzo. Al suo ruggito trema la montagna, il suo fiero passo mette in fuga gli spiriti maligni. Famoso nei quattro mari, è Granforzuto, il re diavolo dell'Ovest.
Scimmiotto si rassettò e si presentò con una gran riverenza: "Fratello maggiore, riconosci ancora il tuo fratello minore?"
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