"Se mi vuoi picchiare, fratello, accòmodati. Ma ti supplico sinceramente di non negarmi il prestito."
"Reggi tre assalti, e dirò a mia moglie di dartelo. Altrimenti ti ammazzerò per lavare l'affronto."
"Ben detto, fratello. Non ci vediamo da tanto tempo, per colpa mia che non ti sono venuto a cercare: non so a che punto sia arrivata la tua abilità militare. Vediamo come ce la sappiamo cavare nella scherma col bastone."
Il re toro non era d'umore conversevole; alzò la sua sbarra di ferro lavorato e l'abbatté a tutta forza. Il grande santo parò. Fu un bel combattimento:
Hanno i volti alterati e abbandonano il linguaggio amichevole. "Ti odio per il danno che hai recato a mio figlio, macaco!" Risponde l'altro: "Tuo figlio ha trovato la Via, non hai niente da rimproverarmi." "Come hai osato bussare alla mia porta?" "Non lo avrei fatto se non mi fossi trovato in stato di necessità." L'uno chiede il ventaglio per proteggere il monaco cinese, l'altro lo nega per avarizia. Scompare ogni amicizia in queste circostanze, resta solo la collera [...]
In capo a un centinaio di scontri, la situazione era ancora indecisa. A quel punto si sentì chiamare dalla strada: "Messer toro, il nostro grande re manda i suoi omaggi e vi prega di onorare il suo banchetto con la vostra presenza."
Il re toro bloccò la sbarra di Scimmiotto e gli disse: "Fermo, macaco: ora ho altro da fare. Riprenderemo la discussione quando ritornerò da questo convegno di amici." E rientrò in casa a informare la principessa Viso di Giada: "Bellezza mia, quel tizio con la gola da duca del tuono era il macaco Scimmiotto, che ho messo in fuga con qualche bella legnata. Sta certa che non si farà rivedere: puoi muoverti e divertirti in tutta sicurezza. Io vado a bere un bicchiere da un amico."
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