Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Gli otto suoni si mescolano in divina armonia; le note scandite risuonano fino all'empireo. Le fanciulle che intrattengono gli ospiti, carpe dalla testa verde, pizzicano liuti di diaspro, mentre i ragazzi dagli occhi rossi suonano flauti di giada. Donne pesce servono vassoi di odorosa selvaggina recandoli in capo; le acconciature delle fanciulle drago agitano ali di fenice d'oro. Che si serve in tavola? I piatti più rari degli otto tesori delle cucine celesti. Che si beve? Succo di giada liquida delle residenze porporine.

     Il re diavolo toro era seduto al posto d'onore, fra tre o quattro caimani. Di fronte a lui troneggiava un vecchio drago, circondato da una numerosa famiglia. Il vecchio drago si accorse dell'intruso e ordinò: "Prendetemi quel villano di un granchio."

     Figli e nipoti si gettarono sul grande santo e lo immobilizzarono. Ma Scimmiotto, con voce umana, gridò: "Pietà! Pietà!"
     "Da dove vieni, screanzato?" tuonò il vecchio drago. "Come osi entrare nella mia sala d'onore davanti ai miei nobili invitati? Se vuoi evitare di essere punito con la morte, confessa tutto!"
     Il bravo Scimmiotto inventò una storiella d'occasione: "Vivo da sempre in questo lago: ci sono nato e abito in una cavità della sua sponda. Per meriti di anzianità ho conseguito il titolo di Svigna di Fianco; infatti non ho mai imparato a camminare diritto e finisco sempre per impantanarmi o impigliarmi nelle alghe. Ho offeso la vostra regale dignità senza rendermi conto di quello che facevo: vi prego umilmente di perdonarmi."


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