"Chi mai avrebbe osato?" risposero gli spiriti animali inginocchiati. "Noi eravamo tutti al banchetto a passarci cibo e bevande, ad ascoltar musica e a cantare; nessuno di noi si è avvicinato all'ingresso."
"D'altronde posso garantire per i miei musicisti. Non si sarà introdotto di nascosto qualche estraneo?"
"È venuto quel granchio" ricordarono draghi figli e nipoti. "Sarà lui, l'estraneo."
Il re toro si batté la mano sulla fronte: "Non dite altro! Amico mio, stamane, quando ho ricevuto il vostro invito, mi stavo sbarazzando di Scimmiotto Consapevole del Vuoto. Mi era venuto a chiedere il ventaglio di foglie di banano per aiutare a superare i Monti di Fuoco il monaco cinese, che è incaricato di proteggere. Io ho rifiutato e ci siamo battuti; ma ho lasciato la cosa a mezzo per venire qui. Quella scimmia maligna è piena di risorse: di certo si è trasformata in granchio per venirci a spiare, ed è stata lei a rubare la mia cavalcatura, con l'intenzione di ingannare mia moglie e rubarle il ventaglio."
Tutti tremarono di paura e chiesero: "È lo stesso Scimmiotto che aveva provocato tutti quei disordini nei palazzi del Cielo?"
"Proprio lui. Se vi capita di frequentare la strada dell'Ovest, farete bene a guardarvene."
"Ma come ricupereremo la vostra cavalcatura?" domandò il vecchio drago.
"Ci penso io" replicò sorridendo il re toro. "Grazie, signori: ritiratevi pure. Vado a catturarlo."
Si aprì il cammino allontanando le acque, balzò fuori dal lago e salì su una nuvola gialla, con cui in breve raggiunse la Grotta delle Nuvole Turchese. Il gran baccano che faceva la Râksasî si udiva anche all'aperto: pestava i piedi, urlava, gemeva, si batteva il petto. Il re spinse la porta e vide subito la sua cavalcatura legata in un angolo. "Da che parte è andato Scimmiotto, signora?" gridò.
|