Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "La tua richiesta, tudi, non è sensata. Quella scimmia maledetta ha catturato mio figlio, ha offeso la mia concubina, ha ingannato mia moglie e non ha perso occasione per comportarsi da infame nei miei riguardi. Lo odio tanto che me lo mangerei crudo, per ridurlo in merda e darlo da annusare ai cani. Non acconsentirò mai a prestargli il mio tesoro."
     Mentre replicava, Porcellino gli fu addosso urlando: "Ruminante del malanno, tira fuori il ventaglio, se vuoi salvare la pelle!"
     Per tutta risposta, il re toro si volse e lo fronteggiò con le sue spade; Scimmiotto corse a dare manforte. Fu una battaglia di rara violenza.

     Uno spirito porco, un mostro toro e una scimmia che ha soggiornato in cielo: è nella natura del dhyâna di raffinarsi attraverso i conflitti, ma occorre che la terra si unisca alla causa primordiale.

     I nove denti del rastrello sono aguzzi e pungenti, il filo delle spade preziose è diritto e tagliente, la sbarra di ferro controlla la situazione, la divinità locale contribuisce a formare la testa di cinabro. I tre combattono mostrando la loro abilità. Aggiogate il bue e crescerà il denaro; portate al forno il maiale e dominerete il soffio del legno. Come realizzare la Via, se lo spirito la abbandona? Per difendere l'anima bisogna legare la scimmia.
     Armi di tre specie si urtano fra grida e richiami. Cadono rastrellate e fendenti feroci; la sbarra cerchiata d'oro non si agita invano. Lottano da oscurare le stelle e far impallidire la luna. Tutto il cielo si copre di gelide nubi.


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