I due fratelli uniscono gli sforzi contro un solo avversario. Combatterono dall'alba a mezzogiorno, finché il diavolo toro fu sconfitto e circondato.
Lottarono ancora senza risparmio per più di cento riprese. Porcellino approfittava della copertura di Scimmiotto per abbattere in continuazione il suo rastrello; benché nella sua ostinata stupidità ripetesse sempre lo stesso movimento, il re toro si sentì sopraffatto da quella pioggia di colpi, ruppe il contatto e cercò di ripararsi nella grotta. Ma il tudi e i suoi gli tagliavano la ritirata: "Dove vai, Granforzuto? Non vedi che siamo qui noi?"
Posto nell'impossibilità di ritirarsi, il toro si gettò di lato; ma vide Porcellino e Scimmiotto che accorrevano. Allora si tolse e gettò precipitosamente elmo, corazza e randello, e con una scossa si trasformò in cigno. In quella forma volò alto in cielo.
Scimmiotto, che aveva seguito le sue mosse, rise e disse: "Porcellino, indovina dov'è il vecchio toro."
Il bestione restò disorientato, e nemmeno il tudi si rendeva conto dell'accaduto: allungavano il collo a destra e a sinistra, frugando inutilmente con lo sguardo tutti gli angoli del Monte Mucchio di Tuoni.
"Perdete il vostro tempo. Guardate in alto" suggerì Scimmiotto additando il cielo.
"Si vede soltanto un cigno" replicò Porcellino.
"Ma è proprio lui, il vecchio toro in una delle sue più riuscite trasformazioni."
"E allora che si fa?" si inquietò il tudi.
"Voi due forzate l'ingresso della grotta, sterminate tutti i suoi mostri e distruggete ogni cosa da cima a fondo, in modo da tagliargli la ritirata. Intanto io gli darò una bella battaglia di trasformazioni" propose Scimmiotto.
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