Porcellino e il tudi seguirono il consiglio. Il grande santo ripose la sbarra cerchiata d'oro, fece un passo magico, recitò un incantesimo e con una scossa si trasformò in avvoltoio; con un gran colpo d'ali salì alto nel cielo, attraversò le nubi, e piombò sul cigno per serrare il collo fra gli artigli e beccare gli occhi. Ma il re toro se ne accorse in tempo; con un colpo d'ala, si trasformò in un grande astore e prese l'iniziativa dell'attacco. Il Novizio divenne una fenice nera, gran cacciatrice di astori; ma il toro si trasformò in gru bianca e si diresse verso mezzogiorno lanciando lunghi gridi.
Scimmiotto scosse le piume e con uno stridio imperioso si trasformò in una fenice color cinabro. Questo è il re degli uccelli: non c'è volatile che oserebbe mancargli di rispetto. La gru bianca prese terra in un angolo in ombra, ai piedi di una rupe, e si mutò in un daino muschiato, che brucava timidamente l'erba. Scimmiotto vide tutto, scese anche lui e si trasformò in una tigre affamata, coda ritta e artigli d'acciaio, pronta a scattare per far preda. Il re diavolo si dovette trasformare precipitosamente in un leopardo macchiettato d'oro. Si disponeva ad attaccare la tigre, quando questa scosse la testa e divenne un leone dagli occhi d'oro, ruggito di tuono, testa di bronzo, fronte di ferro, pronto a mangiarsi qualsiasi leopardo in un boccone. Allora il re toro si trasformò in un orso gigantesco e allargò le zampe per afferrare il leone. Ma il Novizio, con una capriola, divenne un elefante dalla proboscide lunga come il pitone, con zanne come grandi getti di bambù; e levò la proboscide per stritolare l'orso.
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