Porcellino ebbe un brivido di spavento: "Fratello, non avevo mai visto una creatura tanto brutta. Che incrocio bastardo può aver dato origine a quella cosa?"
"È proprio un animale raro e insolito. Fammelo acchiappare, che lo schiaccio" disse Scimmiotto.
Il grande santo balzò su una nuvola e mirò alla testa. Ma la bestia volò via di sghembo ad ali tese e scese veloce sulla montagna. Dal ventre le sbucò un'altra testa dalla gran bocca spalancata, rossa come una bacinella di sangue; calò su Porcellino, lo acciuffò e se lo portò via nel Lago dei Flutti Verdi. Giunto nel palazzo del drago gettò a terra Porcellino, riprese l'aspetto di guerriero e gridò: "Ragazzi, dove siete?"
Scampi, trote, carpe e perche corsero subito a frotte, in compagnia di tartarughe e crostacei assortiti: "L'abbiamo preso!" gridavano, facendo ressa intorno al prigioniero.
"Legate per bene questo bonzo" ordinò il genero del drago. "Adesso vendicheremo i nostri sottufficiali."
Mentre la folla urlante dei mostri portava via Porcellino, il re drago venne a fare le sue congratulazioni: "Mi rallegro, saggio genero! Come hai fatto a catturarlo?" Ascoltato per filo e per segno il racconto della cattura, ordinò di preparare un banchetto per festeggiare la vittoria.
Scimmiotto, preoccupato per la cattura di Porcellino, si diceva: "Quel tizio è davvero pericoloso. Se ora ritorno a corte a informare il maestro, farò ridere il re alle mie spalle. Provocare un altro combattimento non è semplice: in acqua non me la cavo molto bene, e non ho più un appoggio. Sarà meglio che vada là sotto a vedere che cosa succede. Se troverò un'occasione favorevole, aiuterò Porcellino a fuggire e potremo riprendere le operazioni insieme."
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