Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Figuriamoci se il mostro era d'accordo: digrignò i denti e partì all'attacco. Il vecchio drago, ritornato in sé, fece armare figli e nipoti e li fece avanzare tutti insieme. Porcellino dovette rendersi conto che da solo non ce la faceva, e si disimpegnò per fuggire. In breve sbucò alla superficie del lago, inseguito da tutta la famiglia che saltava e capitombolava sul pelo dell'acqua.
     Scimmiotto, in agguato, balzò subito su una nuvola e scese in picchiata agitando la sua sbarra: al primo colpo ridusse in poltiglia il cranio del vecchio drago. Povero infelice! Il suo sangue si allargava in una macchia rossa sulla superficie dell'acqua e il suo corpo andava alla deriva con tutte le scaglie scompigliate. Figli e nipoti furono presi dal panico e fuggirono. Il genero Nove Teste ricuperò il cadavere e si asserragliò nel palazzo.

     Scimmiotto e Porcellino rinunciarono per il momento all'inseguimento e restarono sulla riva a confabulare. "Ho fatto un bel trambusto, in quella casa" assicurava Porcellino. "Non sapevano più dove nascondersi. Ma mentre me la prendevo con il genero, il suocero ha mandato tutti gli altri alla riscossa. Meno male che gli hai dato il fatto suo. Ora si occuperanno dei funerali, ma chissà per quanto tempo non ci sarà verso di farli uscire di casa. E intanto si fa tardi; che facciamo?"
     "Non possiamo ritornare indietro senza ricuperare il tesoro. Si torna all'attacco."
     L'indolenza del bestione lo induceva a cercare scuse per tergiversare; ma Scimmiotto insisteva: "Non perdiamo tempo. Tu ritorni ad attirarli fuori dal lago, e io picchio."


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