Mentre discutevano udirono un colpo di vento e videro avvicinarsi un cupo turbine di brume. Scimmiotto riconobbe l'illustre santo Erlang e i sei fratelli del Monte dei Susini, con cani e falconi. Avevano archi appesi alla cintura, daghe in pugno e recavano con sé la selvaggina catturata.
"Porcellino, ecco dei buoni amici! Cogliamo l'occasione: invitiamoli a darci una mano. Ora o mai più."
"Se sono amici, invitiamoli senz'altro."
"Mi sento un po' in imbarazzo: Erlang è quello che mi ha vinto. Va tu a salutarlo. Digli: 'Il grande santo è qui e vi manda i suoi omaggi'. Vedrai che si fermerà."
Porcellino ubbidì. Quando Erlang si sentì chiamare fece cenno ai suoi compagni di arrestare la loro corsa: "Dov'è il grande santo?"
"Attende i vostri ordini ai piedi della montagna."
"Fratelli" disse Erlang, "andate da lui e pregatelo di venire."
Kang, Zhang, Yao, Li, Guo e Zhi si fecero avanti e chiamarono: "Fratello Consapevole del Vuoto, il nostro fratello maggiore ti vuol vedere."
Scimmiotto uscì dall'ombra e salì con loro sulla vetta. Erlang lo abbracciò e gli disse: "Eccoti libero dalla tua lunga prova, entrato nell'ordine monastico e sul punto di compiere la tua missione e di salire sul trono di loto: mi congratulo con te."
"Ancora non lo merito" replicò Scimmiotto. "Non mi sono nemmeno sdebitato nei tuoi confronti. Certo, la mia prova è finita e da un pezzo viaggio verso l'Ovest; ma non so come andrà a finire. Al momento ci troviamo a Jisai, e stiamo aiutando certi monaci in disgrazia a catturare un diavolo che ha rubato un tesoro. Visto che la buona fortuna ti ha fatto passare di qui, oso chiederti di aiutarci. Non so se i tuoi impegni te lo consentano."
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