Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Cari fratelli, il fatto è che il re di questo paese ha una bella fortuna e la protezione del cielo, mentre le vostre capacità sono inesauribili. Io non c'entro davvero!"
     "Fratello Scimmiotto" dissero i fratelli giurati, "visto che il lavoro è concluso, noi ce ne andiamo." E si lasciarono dopo molti saluti e complimenti.
     Volando a bassa quota, Scimmiotto che portava i preziosi e Porcellino con la prigioniera giunsero in breve alla città. I monaci liberati li aspettavano alle porte e si prosternarono per salutarli, prima di accompagnarli a corte. Il re e il monaco cinese erano in conversazione nella sala d'udienza. Uno dei bonzi prese il coraggio a due mani e osò entrare per annunciare: "Maestà, i monsignori Scimmiotto e Porcellino hanno vinto i briganti e ricuperato il tesoro; eccoli che arrivano."

     Il re uscì loro incontro con Tripitaka e Sabbioso e li accolse con infiniti complimenti per le loro meravigliose imprese, ordinando di disporre un banchetto per dimostrare la sua gratitudine.
     "Non offritegli da bere!" protestò Tripitaka. "Festeggeremo quando i miei umili discepoli avranno riportato il tesoro nella pagoda." E rivolto a Scimmiotto: "Come mai ci avete messo un giorno intero?"
     Il Novizio raccontò tutti i particolari, con gran diletto degli ascoltatori.
     "E questa madama drago sa parlare un linguaggio comprensibile?" chiese il re.
     "Era moglie di drago" rispose Porcellino, "e madre dei suoi figli. Come potete pensare che non sappia parlare?"
     "Dunque ci riferisca i fatti, per filo e per segno."


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