"Maestà" osservò Scimmiotto, "il nome della pagoda non è significativo, né adatto per cosa di lunga durata: il lampo non dura che un istante, e l'oro può essere fuso. Dopo tutta la pena che mi sono dato per voi, mi permetto di suggerire di intitolare il monastero alla sottomissione dei draghi, in modo da assicurarne il perpetuo ricordo."
Il suggerimento fu accolto e il re fece appendere, in luogo del vecchio, un nuovo cartello che recava la scritta:
MONASTERO DELLA SOTTOMISSIONE DEI DRAGHI,
PROTEZIONE DEL PAESE, FONDATO PER ORDINE DEL RE
Fece quindi preparare un banchetto e convocò i pittori, perché ritraessero le vere sembianze dei quattro pellegrini; i loro nomi furono scritti nella Torre delle Cinque Fenici. Il re accompagnò poi il monaco cinese e i discepoli nel suo carro con le campanelle, e volle offrire loro oro e giada; ma essi rifiutarono fermamente, e non vollero accettare nulla. È il caso di dirlo:
I diavoli abbattuti, ritornata la pace,
Ritorna anche la luce che rischiara la terra.
Se poi non siete informati del seguito del viaggio, non vi resta che continuare ad ascoltare.
CAPITOLO 64
POESIA SILVESTRE
IN CUI PORCELLINO SI IMPEGNA A FONDO SULLA CRESTA DEI ROVI, E TRIPITAKA PARLA DI POESIA NELL'EREMITAGGIO DEGLI IMMORTALI SILVESTRI.
Si è narrato come i pellegrini rifiutarono oro e giada offerti in dono dal re di Jisai. Egli ordinò allora all'ufficiale di servizio di far confezionare per ciascuno di loro due abbigliamenti completi, uguali a quello che indossavano, e di fornire una provvista di cibi secchi. Dopo la restituzione dei documenti di viaggio, la partenza avvenne in pompa magna, con carri reali, corteo di funzionari, fanfara, i monaci del Monastero della Sottomissione dei Draghi e tutto il buon popolo di Jisai: i pellegrini furono accompagnati per un tratto di venti li, che i monaci allungarono di un'altra cinquantina. C'era chi voleva farsi praticante al loro servizio, e seguirli fino al Paradiso dell'Ovest.
|