Al mostro restava un filo di vita addosso, ma il cuore batteva ancora; e, come si sa,
Se il cuore batte
La vita dura.
Per quanto malconcia, la creatura spalancò subito la bocca più grande che poté, e il Novizio saltò fuori. Gli sarebbe piaciuto ripassare il suo nemico con la sbarra cerchiata d'oro, ma in men che non si dica Mile l'aveva rinchiuso nel sacchetto. Tenendolo in mano, gridava: "E i cembali d'oro che mi hai rubato, brutta bestia, dove sono andati a finire?"
La voce soffocata dall'interno del sacchetto balbettò: "I cembali? Li ha rotti Scimmiotto."
"Bravo, così sono rotti! Almeno, rendimi l'oro di cui erano fatti."
"L'ho ammucchiato sotto il trono di loto, nella sala grande."
Mile, con il sacchetto in una mano e il bastone nell'altra, si rivolse ridendo a Scimmiotto: "Vieni, Consapevole del Vuoto, che andiamo a raccattare l'oro."
Quando entrarono nel monastero, trovarono i mostriciattoli - che avevano appreso della sconfitta del loro re - intenti a fare i bagagli per andarsene. Man mano che li incontrava, Scimmiotto gli rompeva la testa, anche a due o tre per volta. Finì per ammazzarli tutti quanti, e si vide che si trattava di trasformazioni di creature malefiche della montagna, uccelli e bestie varie.
Mile raccolse il suo oro, recitò una formula magica e ricostruì i cembali. Compiuta la missione, si congedò da Scimmiotto, montò su una nuvola e ritornò nel Paradiso della Gioia Assoluta.
A quel punto Scimmiotto andò a liberare il monaco cinese, Porcellino e Sabbioso. Il bestione era così affranto dalla fame che non disse parola, non guardò in faccia nessuno e corse a schiena curva in cucina. Quando Scimmiotto era giunto al monastero per lanciare l'ultima sfida era quasi ora di pranzo: i cibi era quindi pronti e intatti nelle pentole e sui piatti. Il bestione vuotò in privato una mezza marmitta, e ciò gli diede la forza di portare ciotole di riso anche a Tripitaka e a Sabbioso. Le domande sugli avvenimenti e il loro racconto, con l'aiuto portato da Zhenwu, dal principe ereditario e da Mile, trovarono luogo dopo il pasto. Il racconto riempì di gratitudine Tripitaka, che si raccolse in preghiere di ringraziamento. Ma gli venne un dubbio: "Dove saranno andati a finire tutti questi dèi, mio caro?"
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