"Non siate fifoni, saggi fratelli" disse Scimmiotto. "Vado su a vedere chi è, e qual'è il suo umore."
"Fratello" balbettò Porcellino, "non dirgli che noi siamo qui."
Il bravo Scimmiotto balzò per aria con un sibilo, impugnando la sbarra di ferro, e gridò a squarciagola: "Arrivo! Eccomi qua."
Quando lo scorse, la creatura si mise a danzare agitando una lunga lancia. Il Novizio chiese: "Chi sei? Dove abiti?" Ma quello bilanciava la sua lancia e non faceva motto. Le domande furono ripetute, sempre senza risposta.
"Sembra sordomuto" si disse Scimmiotto ridendo fra sé. "Proviamo a tastarlo un po'."
Il mostro parava i colpi con la lancia e non mostrava la minima paura. Lo scontro continuò fino a mezzanotte senza vincitore né vinto. Porcellino e Sabbioso lo seguivano dalla corte dei Li: la creatura non mostrava alcuna velleità aggressiva; si limitava a parare la sbarra di Scimmiotto, che era costantemente a un pelo dalla sua testa.
"Sabbioso" disse Porcellino, "tu resta qui a far la guardia. Non sembra un mostro molto pericoloso. Io salgo un momento a dare una mano, altrimenti quella scimmia, come al solito, si prenderà tutto il merito."
Il bestione balzò sulle nuvole e cercò di colpire con il suo rastrello, ma il mostro gli oppose una seconda lancia. Quelle punte di lancia brillavano qua e là come lampi. Porcellino era ammirato: "Che tipo in gamba! Non è lo stile dietro la montagna, e neppure la treccia di seta. Non mi pare nemmeno lo stile dei Ma. Si potrebbe chiamare l'asta invisibile."
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