"Non sembra facile neanche a me" confessò Scimmiotto turandosi il naso.
Tripitaka si mise a piangere, ma il vecchio Li con i suoi compaesani cercò di confortarlo: "Non temete, reverendo; vi abbiamo accompagnato fin qui proprio per aiutarvi. Per ringraziarvi di averci liberati dal flagello che ci opprimeva, vi apriremo una nuova strada."
"Non mi sembra un'idea molto pratica, povero vecchietto" commentò ridendo il Novizio. "Avete detto che la montagna si estende per ottocento li: come pensate di aprire una strada così lunga? Non vi crederete l'impresa stradale di Yu il Grande! Questo è pane per i nostri denti, voi non ci riuscireste mai."
"Perché dici questo, Consapevole del Vuoto?" domandò Tripitaka scendendo dal cavallo.
"Aprire un'altra strada sarebbe più difficile che percorrere quella che c'è: non abbiamo alternative sensate. Il problema che mi pongo sono le risorse alimentari."
"Ma che cosa dite, reverendo?" si indignò il vecchio Li. "Come potete preoccuparvi di risorse alimentari, quando ci siamo qui noi a pensarci?"
"Se è così, ci dovreste preparare due moggi di riso, insieme a pane e gallette cotte al vapore in quantità. Il nostro bonzo dalle larghe orecchie si trasformerà in un maiale gigante e, quando avrà riempito il suo stomaco, ci spazzerà la via con il suo grugno. Noi gli daremo una mano e il maestro ci seguirà a cavallo: vedrete che procederemo spediti."
"Fratello" protestò Porcellino, "perché tutti gli altri se ne lavano le mani, e mi ci devo imbrattare io?"
"Consapevole delle Proprie Capacità" esortò Tripitaka, "devi pensare quanti meriti andranno sul tuo conto, se sarai capace di farci passare di qui."
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