Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Caro maestro e cari donatori" dichiarò sorridendo Porcellino, "scherzi a parte: con le trasformazioni che so fare io, sarei costretto a tirarmi indietro solo se occorresse diventare piccolo, o leggero, o volare. Ma qui serve ingrossare, ed è la mia specialità: posso fare il bufalo, l'elefante, o addirittura la collina. Ma la mia pancia cresce in proporzione, e se non la riempio subito mi ammazza di languore."
     "Ci pensiamo noi!" gridarono i paesani. "Ci siamo portati dietro le provviste per offrirvele al momento di separarci. È tutto pronto, e se non basterà ne prepareremo ancora."
     Porcellino si levò la tonaca, appoggiò il rastrello e annunciò solennemente: "Al lavoro! Vedrete come so cavarmela, alle prese con le schifezze."
     In effetti il bestione fece un passo magico, si diede una scossa e si trasformò in un gigantesco maiale. Eccolo qua:


     Quant'è lungo il brutto grugno,
     Quant'è grasso quel corpaccio
     Ciccioluto in ogni dove!
     La cotenna come ferro,
     Quelle setole son spade,
     Gli zamponi son colonne.
     Impressiona la potenza
     Dei grugniti, intercalati
     Da gentil piagnucolio.
     Dopo secoli che gli uomini
     Allevar sanno i maiali,
     Mai si vide un porcellone
     Di una tale dimensione.

     Scimmiotto fece subito disporre il cibo e il bestione, senza badare che cosa fosse crudo e che cosa cotto, inghiottì tutto quanto. Appena ebbe finito, incominciò a spazzare la strada con il grugno, mentre il maestro saliva a cavallo e Scimmiotto e Sabbioso si levavano le scarpe. Prima di muoversi, raccomandarono: "Dovreste spedirci lungo la strada altro riso, perché il nostro condiscepolo abbia la forza di continuare."


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