Alte torri e porte superbe, merli ben spaziati, il fossato ricco di acqua corrente, in un paesaggio di grandi montagne verso nord e verso sud.
Viali e mercati mostrano abbondanza di derrate e gran commercio. Le imbarcazioni fluviali portano giada e tesori da paesi lontani.
Gli edifici sono pił ameni di una catena di colline, con palazzi alti fino al cielo.
La tripla cinta, sorvegliata severamente, garantisce pace e prosperitą.
I passanti per le strade erano ben vestiti, dignitosi nel portamento, chiari nell'eloquio: un mondo per nulla inferiore alla Cina dei grandi Tang.
Lo strano aspetto dei tre discepoli (la bruttezza di Porcellino, la faccia tetra di Sabbioso, quella pelosa di Scimmiotto) distolse la gente dalle sue attivitą commerciali e indusse molti ad accalcarsi per guardarli.
"Non provocate incidenti!" gridava Tripitaka ai suoi. "Camminate a occhi bassi!"
Porcellino abbassava quel suo grugno a forma di ovario di loto, ficcandoselo in petto; Sabbioso non osava alzar gli occhi. Scimmiotto, invece, camminava guardandosi intorno curioso.
Chi si sapeva comportare dava un'occhiata e si allontanava. Ma non mancavano i balordi (per non parlare di una banda di monelli) che giravano specialmente intorno a Porcellino, lo burlavano rumorosamente e spinsero le manifestazioni di allegria fino a tirargli tegole e mattoni. Tripitaka sudava freddo e sibilava: "Niente incidenti, per caritą!" Il bestione non osava alzare il naso.
Girato l'angolo della strada, giunsero davanti a un edificio con la scritta:
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