Monti e fiumi pervennero allora nelle mani dei Han, che stabilirono le leggi.
Ai Han subentrarono i Sima, ma i Jin si divisero.
Vi furono al nord dodici signori; al sud Song, Qi, Liang e Chen.
Gli avi si successero finché l'unità fu ripristinata dai grandi Sui. Ma il despota inumano opprimeva il popolo.
Il nostro sovrano, della famiglia Li, diede all'impero il nome di Tang. Dopo Gaozu, regna oggi Shimin.
Limpido scorre il fiume, vasto si stende il mare, perché alta è la sua virtù, ampia la sua bontà.
Un drago divino, spirito delle acque della città di Chang'an, aveva ridotto la quantità di pioggia prescritta e doveva essere punito con la morte.
Egli sollecitò l'aiuto del nostro sovrano, che glielo promise. All'ora stabilita convocò il suo saggio ministro e lo impegnò in una partita a scacchi. Ma ciò non impedì che, a mezzogiorno preciso, il ministro decapitasse il drago in sogno."
A questo punto il re fece udire un gemito e chiese: "Maestro della legge, chi era quel saggio ministro?"
"Si chiamava Wei Zheng; era altrettanto competente nella geografia che nell'astronomia e nella scienza dello yin e dello yang. Grande era stato il suo contributo nella pacificazione del paese e nel consolidamento della dinastia. Il drago decapitato si appellò ai tribunali infernali per rottura di promessa. Perciò il nostro imperatore si ammalò di una malattia mortale, e Wei Zheng gli diede una lettera da consegnare, nell'altro mondo, al giudice Cui Jué della città di Fengdu. L'imperatore morì e, grazie alla previdenza di Wei Zheng, risuscitò tre giorni dopo. Infatti il giudice Cui, commosso dalla lettera, aveva alterato i registri aggiungendo vent'anni di vita. L'imperatore promosse per ringraziamento grandi cerimonie dell'acqua e della terra, e mi inviò dal Buddha a chiedere i tre panieri di sutra del Grande Veicolo: lo scopo è di ottenere la salvezza dei peccatori e di redimerli dai tormenti."
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