Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "In effetti poco fa abbiamo visto un bonzo grassottello, di carnagione chiara, che si presentava a corte. Sarebbe quello il tuo maestro?"
     "Appunto."
     "E il tuo condiscepolo anziano dov'è?"
     "Sarà ritornato in albergo. Ci siamo fermati alla Pubblica Casa di Ritrovo."
     "Guardie" conclusero gli eunuchi, "per ora non lo arrestate. Controlliamo prima le sue dichiarazioni."
     "Queste brave donne sì, che sanno come ci si comporta" approvò Porcellino.
     "Stupido, non vedi che sono dignitari e non donne?" lo sgridarono le guardie.
     "Vergognatevi" rispose ridendo Porcellino, "di capovolgere yin e yang in questo modo. Quelle sono due vecchie comari, altro che dignitari!"
     "Non fare sarcasmi" tagliarono corto le guardie. "Facci vedere questo tuo condiscepolo."
     Spinti e seguiti dalla folla, che ormai contava almeno cinquecento persone, si avviarono all'albergo. Sull'uscio Porcellino si fermò e disse: "Un momento, signori: vi devo avvertire che il mio condiscepolo non è un tipo alla mano come me. Lui prende ogni cosa maledettamente sul serio ed è irascibile. Se volete che vi riceva, vi consiglio di fargli la riverenza e di trattarlo da monsignor Scimmiotto."

     "Se è davvero interessato al proclama ed è in grado di guarire il nostro sovrano" risposero gli eunuchi, "è destinato a ottenere metà del regno. Comunque, per prudenza, lo tratteremo con rispetto."
     Scimmiotto stava appunto divertendo Sabbioso con il racconto del tiro che aveva giocato a Porcellino, quando questi entrò seguito da eunuchi e guardie e lo afferrò per il bavero: "Eccolo qui il vigliaccone che mi aveva promesso tagliatelle e focacce. Le ho aspettate un bel pezzo, ma tu ti sei limitato a mettermi negli impicci con quel proclama. È così che tratti tuo fratello?"


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