"Prendi un'oncia di rabarbaro e macinala fine" disse Scimmiotto.
"Il rabarbaro è freddo, amaro e non tossico" commentò Sabbioso; "va a fondo e non galleggia, decongestiona, distende e rasserena. Ma alla fine è un lassativo: non farà male a una persona in cattive condizioni di salute?"
"Tu ignori, saggio fratello" spiegava Scimmiotto, "che questa droga agevola la circolazione degli umori, e scioglie le concrezioni del caldo e del freddo nel ventre. Non criticare, lascia fare a me. Cercami un'oncia di croton, monda i grani, spremili per estrarre l'olio tossico, e poi macinali."
"Il croton è acre, caldo e tossico" considerava Sabbioso. "Dissolve i depositi induriti e sgombra polmoni e viscere dal freddo sommerso. Libera le ostruzioni e favorisce la circolazione di acqua e grani. È aggressivo come un guerriero: bisogna usarlo a ragion veduta."
"Tu non sai che inoltre decongestiona il cuore e l'idropisia. Preparalo; bisognerà accompagnarlo con un coadiuvante."
Quando le due droghe furono ben macinate, gli aiutanti chiesero: "Fratello, quante altre droghe ti serviranno?"
"Direi che basta così."
"Ma come!" s'indignò Porcellino. "Di duemilaquattrocento libbre, non usi che due once. Prendi in giro la gente!"
"Non rompere le scatole, saggio fratello" rispose Scimmiotto afferrando una coppa di porcellana decorata di fiori. "Prendi questa e riempila a metà di fuliggine raspata da quella vecchia pignatta."
"Che cosa te ne fai?"
"Mi serve per la medicina."
"Non ho mai visto usare quella porcheria come rimedio" esclamò Sabbioso.
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