Rossi sopra pellaccia corrugata e verdastra.
Concludon le zampone certe manacce blu
Con artigli taglienti che stringono uno spiedo.
Il vestito consiste in pelle di leopardo,
Piedi nudi, arruffato: è il diavolo in persona.
"Sabbioso, avevi mai incontrato questo bel tomo?" domandò Scimmiotto.
"Non mi pare di conoscerlo."
"E tu, Porcellino?"
"Di sicuro non abbiamo mai mangiato alla stessa tavola."
"Mi ricorda qualcuno" suggerì Scimmiotto. "Assomiglia a quella brutta faccia del portinaio al servizio di Picco dell'Est Uguale al Cielo."
"Non credo proprio che sia lui" negò recisamente Porcellino.
"Come fai a escluderlo?"
"Sarebbe un fantasma, e nessun fantasma si fa vedere in giro la mattina; girano solo la notte, o almeno non prima del crepuscolo. E poi non è da fantasmi cavalcar nuvole. Di vento ne sa fare anche un fantasma, ma è un refolo gelato, non un uragano come questo. Stiamo ai fatti: sarà Rivale del Pianeta Malefico."
"Bravo!" sghignazzò Scimmiotto. "Certe volte sai ragionare anche tu. Restate qui, che vado a intervistarlo e ad aggiustare la faccenda della moglie del re."
"Vai dove ti pare" rispose Porcellino, "purché non ci coinvolga."
Scimmiotto non si degnò di rispondere e balzò per aria. Così vanno le cose:
Inizia la salvezza
Con una guarigione.
Senza amore né odio
Si difende la via.
Se in fin dei conti non avete idea della contesa che ne seguì e della liberazione della bella, ascoltate il seguito che vi racconterà tutto.
CAPITOLO 70
LA REGINA URTICANTE
IN CUI SCIMMIOTTO SI IMPADRONISCE CON L'ASTUZIA DEL TESORO DEL MOSTRO: I SONAGLI D'ORO CHE GETTANO FUOCO E FUMO.
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