Quel sacripante di un grande santo rifiutò il brindisi d'onore che gli veniva offerto e si catapultò senza altro indugio sul Monte dell'Unicorno. Mentre si muoveva nei pressi della grotta, udì un brusio, si nascose e osservò: l'ingresso era guardato, a dir poco, da cinquecento persone di ogni rango.
Eccoli schierati, con le armi che brillano al sole e le bandiere che sventolano: la schiera è fitta e minacciosa.
Tigri ed orsi si possono trasformare in generali e marescialli, da linci e leopardi si ricavano guerrieri di bel portamento. I lupi grigi sono ancor più feroci, e l'elefante glabro più valoroso.
L'astuta lepre e il daino malizioso si armano di spade e alabarde; il lungo serpente e il grosso pitone preferiscono sciabole ed archi.
L'orango, che è il più esperto nel linguaggio umano, dirige la battaglia e organizza il campo da vero esperto.
Quando li vide, il Novizio ritornò indietro; non che gli facessero paura, ma gli era venuta un'idea. Ritornò dove aveva ucciso il mostriciattolo e ricuperò la bandiera e il gong, si diede una scossa e prese l'aspetto di Va e Vieni. In quella forma, camminando a gran passi e battendo il gong, si presentò all'ingresso della grotta. L'orango lo apostrofò: "Tutto a posto, Va e Vieni?"
"Ho fatto."
"Sbrìgati. Il grande re ti aspetta nel Padiglione degli Scorticati."
Scimmiotto attraversò il portale e si inoltrò nelle alte sale racchiuse da pareti rocciose a strapiombo; vi crescevano piante e fiori rari, antichi cedri e pini alteri. In breve raggiunse il secondo ingresso e scorse un padiglione ottagonale in cui si aprivano otto finestre. Nel mezzo, su una poltrona ricoperta d'oro, troneggiava il re diavolo, di ripugnante aspetto:
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