Luce di diaspro intorno alla sua testa,
Aura di morte intorno alla figura.
Sporgono i denti aguzzi dalla bocca,
Lanciano i suoi capelli fuoco e fiamme.
Certi mustacchi duri come frecce,
Un ruvido pelame lo ricopre.
Sono gli occhi brillanti come sfere
Di rame, la statura fino al cielo
E una mazza di ferro è la sua arma.
Scimmiotto si tenne sulle sue, non diede nemmeno segno di averlo visto, e venne avanti battendo il gong.
"Eccoti qua" disse il re. Il falso messaggero non rispose.
"Va e Vieni!" lo chiamò il diavolo. Nessuna risposta. Allora il mostro scese dal trono e lo acciuffò per il bavero: "Si può sapere che cosa ti prende? Perché continui a battere il gong, come se fossi ancora sulla strada maestra, e non mi rispondi?"
"Giù le mani!" fece Scimmiotto, gettando a terra il gong. "Ve l'avevo detto che non ci volevo andare, ma voi avete insistito. C'era un esercito incredibile, uomini e cavalli schierati. Quando mi hanno visto, hanno gridato: "Dalli al mostro!" Mi hanno legato come un salame e mi hanno trascinato davanti al re. Lui ha detto: "Tagliategli la testa!" Per fortuna c'erano dei consiglieri che obiettavano: "È un ambasciatore, per il diritto internazionale non lo si può decapitare." Almeno ho salvato la pelle; si sono accontentati di portarmi davanti ai plotoni schierati e di darmi trenta frustate sul sedere. Questa è la risposta che vi fanno avere. Non credo che ci metteranno molto ad arrivare qui."
"Insomma, non mi rispondevi perché te la sei vista brutta."
"E anche perché ho il sedere tutto indolenzito."
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