Serrata nella rete da cui non poteva sfuggire, pensava sempre al re di Viola Porpora.
Sempre fu triste la sorte delle belle, condannate a tacere e a esporre il viso al vento dell'est.
Scimmiotto giunse le mani e disse: "Salve!"
"Brutto insolente!" s'indignò la dama. "Se penso che a Viola Porpora ministri e grandi protettori si prosternavano nella polvere, e non osavano alzare lo sguardo su di me! Questo entra e mi dice: salve! come se fossi una sguattera. Da dove esce questo zotico?"
Le cameriere spiegarono: "È un militare; calmate la vostra collera signora. Si chiama Va e Vieni, ed è il messo di fiducia che stamane ha consegnato la dichiarazione di guerra."
La regina chiese: "Dunque sei andato a Viola Porpora?"
"Certo. Sono entrato in città, ho visto il re e ho riportato la sua risposta."
"Tu hai visto il re! Che cosa diceva?"
"Fa preparativi militari e intende resistere. Comunque pensa sempre a voi, signora, e mi ha affidato un messaggio confidenziale per voi, che non potrei riferire in presenza di estranei."
Volpi e cerbiatte uscirono; Scimmiotto chiuse l'uscio, si passò la mano sul volto e riprese il proprio aspetto: "Signora, non temete. Sono uno dei bonzi dell'Est incaricati di recarsi dal Buddha dell'Ovest a chiedere le scritture. Il nostro maestro è Tripitaka; io mi chiamo Scimmiotto Consapevole del Vuoto, e sono il suo discepolo anziano. Passando dal vostro paese, abbiamo visto un appello ai medici per curare la nevrastenia del re: sono stato io a guarirlo. Durante il banchetto di ringraziamento, sua maestà mi ha raccontato la vostra storia e, visto che so abbattere tigri e draghi, mi ha incaricato di liberarvi. Sono io che ho messo in fuga il ricognitore; il mostriciattolo di cui avevo preso l'aspetto l'ho incontrato per strada e ucciso. Questa grotta è ben vigilata; perciò ho dovuto prendere qualche precauzione per giungere sino a voi."
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