La dama restava silenziosa. Scimmiotto le tese i braccialetti: "Vi chiederete se mi potete credere; guardate questi."
Quando li vide, essa pianse e si alzò dal suo seggio per inchinarsi davanti a lui: "Reverendo, se davvero riuscirete a liberarmi e a riportarmi nel mio paese, non lo dimenticherò mai; vi resterò grata anche quando sarò una vecchia sdentata."
"Ora mi serve un'informazione: sapete di quale tesoro si serva il padron di casa per produrre fuoco, fumo e sabbia?"
"Usa tre sonagli d'oro. Agitando il primo suscita fiamme devastatrici alte trecento tese; il secondo diffonde raffiche di fumo in grado di soffocare chiunque entro un raggio di trecento tese; il terzo, nello stesso raggio, acceca il mondo con la sabbia gialla. Fuoco e fumo sono il minor male; ma la sabbia è letale per chi ne respiri."
"Ho sperimentato queste cose, sono davvero terribili: sono riuscite a farmi starnutire due volte. Dove nasconde i sonagli?"
"Non li ripone, li tiene sempre con sé appesi alla cintura, anche quando dorme."
"Se davvero tenete a rivedere il regno di Viola Porpora e a ritrovare vostro marito, dovete fare uno sforzo. Abbandonate questo aspetto depresso e addolorato; dovete mostrarvi allegra e invitante, dovete sedurre il mostro. Al momento giusto gli chiederete di affidarvi i sonagli. Se riesco a rubarli, sarà facile vincerlo e riportarvi a casa."
La dama promise. Scimmiotto riprese l'aspetto di mostriciattolo, aprì l'uscio e richiamò le cameriere.
"Sbrigati, Va e Vieni" ordinò la regina. "Come ti ho detto, va nel padiglione anteriore da sua maestà, e invitalo a farmi visita. Ho molte cose da dirgli."
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