Opere di letteratura italiana e straniera |
Il bravo Scimmiotto grugnì soddisfatto e corse al Padiglione degli Scorticati: "Maestà, la dama Santo Palazzo chiede di vedervi."
"Prego vostra maestà di sedersi e di mettersi comodo. Parliamone, spiegherò tutto. Sono già trascorsi tre anni da quando vostra maestà mi ha fatto l'onore di scegliermi, ed è vero, da allora non abbiamo ancora condiviso il nostro letto. Il fatto è che solo ora mi appare chiaro che il destino, stabilito dalle nostre vite precedenti, vuole che siamo marito e moglie. Da parte mia sono pronta ad adeguarmici; ma non credevo che, a questo punto, poteste essere voi a tirarvi indietro. Non devo più essere un'estranea per voi; fra noi ci deve essere confidenza e intimità. Quand'ero regina di Viola Porpora, ogni tributo che venisse portato da paesi stranieri veniva esaminato dal re e poi affidato a me, che provvedevo alla sua custodia. Certo qui non ci sono oggetti di lusso; i vostri si vestono da selvaggi e si nutrono di sangue; non usate sete o perle, sui pavimenti e sulle pareti non si vedono che pelli di selvaggina. Ma infine qualcosa di prezioso lo avrete, qualche tesoro che non mi avete mostrato perché fra noi non c'era confidenza. Per esempio ho sentito parlare di certi sonagli che suppongo abbiano qualche valore, visto che li portate sempre con voi. Dateli a me: saranno custoditi con cura, e li avrete a disposizione ogni volta che vorrete. Marito e moglie fanno così. Altrimenti che cosa sarei per voi? Un'estranea?" |