Santo Palazzo d'Oro levò il palmo della mano all'altezza degli occhi e chiamò: "Divino monaco!" "Eccomi qua" rispose Scimmiotto ronzando. Lei si dovette convincere e chiese: "Che cosa contate di fare, mentre distrarrò quel bruto?"
"Gli antichi avevano due detti: la via dell'alcol è la più corta per giungere alla rovina; ma anche: bevi per dimenticare. In effetti l'alcol ha diversi usi. Il più efficace è di farlo bere agli altri. Chiamate una delle vostre cameriere: io prenderò le sue sembianze e potrò restarvi vicino senza destar sospetto, e agire al momento giusto."
La dama chiamò: "Grazia di Primavera!", e una bella volpicina dal volto di giada venne a inginocchiarsi davanti a lei: "Ordinate, signora."
"Fa accendere le lanterne di garza e bruciare muschio. Voglio invitare sua maestà a venire a letto."
Sette od otto spiriti volpi e cerbiatte si munirono di lanterne e di bruciaprofumi e fecero ala alla signora, che si alzò con le mani incrociate sul petto.
Nel frattempo Scimmiotto si era posato sulla bella volpicina e aveva mutato uno dei propri peli in un insetto del sonno: quando esso penetra nel naso, l'effetto è irresistibile. La ragazza si sentì invasa dal torpore e si diresse barcollando verso il letto, dove cadde riversa e ci restò a russare pacificamente. Scimmiotto prese il suo aspetto e si mise in fila con le altre cameriere.
Quando un mostriciattolo informò il re diavolo che la signora veniva a trovarlo, egli uscì dal Padiglione degli Scorticati a incontrarla.
"Grande re, ora che l'incendio è domato e quel brigante è scomparso, potreste venire da me a prendere un po' di riposo."
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