Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     La dama tergiversava, ma non osò resistere alle sue insistenze per non destar sospetti; gli consegnò i sonagli e, non appena il mostro corse fuori, si sciolse in lacrime al pensiero della brutta fine che il suo paladino stava per incontrare.
     Il mostro si collocò con il vento alle spalle e gridò: "Guarda, Scimmiotto, che bei giocattoli ho portato."
     "Niente male" rise il Novizio. "Ma anch'io ho i miei."
     "Di che cosa si tratta? Fammi vedere."
     Scimmiotto, per ordine, ridusse la sua barra alle dimensioni di un ago da ricamo, se la infilò dietro l'orecchia e cavò flemmaticamente dalla cintura i tre sonagli, che tra parentesi erano quelli autentici: "Ecco qua."
     "Che strano!" si meravigliò il mostro. "Come mai sono identici ai miei? A fabbricarli insieme, ne uscirebbe pur sempre qualche graffio diverso o segno particolare: qui non si vede la minima differenza. Da dove vengono?"

     "E i tuoi da dove vengono, saggio nipote?"
     "I miei" rispose ingenuamente il mostro

     "vengono dal profondo della Via Lattea; furono
     Da Laozi raffinati nel forno Otto Trigrammi."

     "Anche i miei" rise Scimmiotto.
     "Come fu?"

     "Il patriarca del Tao, raffinando elisir,
     Mise a cuocere in forno anche questi sonagli.
     Due volte tre fa sei: sono tesori in serie.
     Se quelli sono i maschi, i miei sono le femmine."

     "Non sono mica bestie" obiettò il re diavolo. "Come si distinguerebbero sonagli maschio da sonagli femmina? La sola differenza che conta è che cosa sanno fare quando li si scuote."
     "Giusto, proviamoli. Comincia tu."
     Il diavolo li agitò uno dopo l'altro, senza ottenere niente: né fuoco dal primo, né fumo dal secondo, né sabbia dal terzo.


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