Erra qua e là sulla terra, a proprio agio e arbitrio, e dovunque annoda il destino degli uomini.
È l'immortale della Nube di Porpora, sceso dalle alte sfere per disperdere l'incantesimo.
"Qual buon vento ti conduce qui, Zhang Ziyang?" chiese Scimmiotto andandogli incontro.
"Grande santo, l'umile immortale Zhang Boduan ti porge i suoi rispetti."
"Da dove vieni?" chiese Scimmiotto.
"Vengo da casa. Mi ero trovato a passare da queste parti tre anni fa, mentre andavo dal Buddha per una congregazione. Vidi la prepotenza che subiva il re e m'inquietai per l'afflizione della regina: se il mostro se la fosse portata a letto, in dispregio ai buoni principi, la storia non avrebbe potuto concludersi come se niente fosse stato. Presi allora un vecchio vestito di fibre di palma e lo trasformai in un bell'abito da sposa dei cinque colori, nuovo di zecca. Lo presentai come regalo di nozze; quando la regina se lo infilò, le fibre si trasformarono in aculei velenosi rivolti all'esterno e si radicarono sulla sua pelle. Ora che ho appreso come il tuo intervento sia stato coronato dal successo, sono venuto a rimettere le cose al loro posto."
"Grazie, amico mio; fai quello che devi."
L'immortale si avvicinò alla regina e le puntò contro il dito: subito il vestito di fibre cadde a terra e lasciò il suo corpo più liscio che mai. L'immortale raccolse il vestito, lo scosse e lo ripiegò: "Ora scusa tanto, grande santo, devo correre via."
"Aspetta; il re ti vorrà ringraziare."
"Non è il caso che si disturbi" rispose ridendo l'immortale; fece una riverenza e volò via.
|