Re, regina e cortigiani pregarono per un pezzo, rivolti al cielo. Poi si aprì il padiglione dell'est e incominciarono le feste di ringraziamento in onore dei quattro pellegrini.
Mentre si mangiava allegramente, Scimmiotto gridò: "Maestro, fate vedere quella dichiarazione di guerra!" Il reverendo se la tolse dalla manica e la porse al Novizio, che a sua volta la presentò al re spiegando: "Questo documento era indirizzato a voi; lo portava il giovane messaggero cui ruppi la testa e di cui vi mostrai il corpo. Fu con il suo aspetto che mi presentai nella grotta del mostro e riuscii a giungere fino alla regina; per quanto entrare risultasse più facile che uscire." Tutti gli avvenimenti furono narrati con abbondanza di particolari.
"Il felice successo" aggiunse Tripitaka a mo' di conclusione, "è dovuto in primo luogo alla fortuna che accompagna la saggezza di vostra maestà; il merito del mio indegno discepolo viene solo al secondo posto. Il banchetto che ci avete offerto si può ben dire perfetto. Vi ringraziamo, ma ora è giunto per noi il momento di prendere congedo: non possiamo ritardare ulteriormente il nostro pellegrinaggio a Occidente."
Le preghiere del re di prolungare il soggiorno non ebbero successo, ed egli si decise a vistare i passaporti e a far preparare la carrozza reale; invitò Tripitaka a salirvi, mentre lui con la regina e le altre spose l'avrebbero tirata. Furono così accompagnati fino al punto in cui presero commiato.
È il caso di dirlo:
Purga il destino ogni malinconia,
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