Lo spirito riposa nell'assenza
D'ogni pensiero.
Quali avvenimenti lieti e tristi sarebbero seguiti a questa partenza? Ascoltateli nel prossimo capitolo.
CAPITOLO 72
LE FANCIULLE RAGNO
NELLA GROTTA DELLE RAGNATELE I SETTE AFFETTI SVIANO LA MENTE. ALLA SORGENTE DELLA PURIFICAZIONE PORCELLINO METTE A DURA PROVA LA SUA BRUTTA FACCIA.
Il racconto ci ha narrato come Tripitaka, congedatosi dal re di Viola Porpora, riprese il suo cammino. Quante montagne e pianure dovette percorrere, quanti corsi d'acqua guadare! Dopo l'autunno giunse l'inverno, che fu sostituito dalla splendente primavera.
Maestro e discepoli camminavano godendo appunto il rinnovarsi della vegetazione, quando scorsero a qualche distanza un romitaggio circondato da un boschetto. Tripitaka si fermò sul ciglio della strada e smontò da cavallo.
"Maestro" domandò Scimmiotto, "perché ci fermiamo? Non ci sono ostacoli in vista."
"Non hai riguardo!" lo rimproverò Porcellino. "Il maestro è stanco di cavalcare, vorrà tirare il fiato."
"Non è per tirare il fiato. Vedo laggiù un'abitazione, e vorrei mendicare qualcosa da mangiare" disse Tripitaka.
"Vedi che non avevi capito?" rise Scimmiotto. "Andrò io a mendicare. L'adagio dice: maestro per un giorno, padre per la vita. Si è mai visto che i discepoli se ne restino seduti e mandino a mendicare il proprio maestro?"
"Lasciate fare a me" replicò Tripitaka. "Una volta tanto la meta è a portata di mano: non bisogna andarla a cercare chissà dove, a distanze che non siano alla mia portata."
"Maestro" intervenne Porcellino, "non sono d'accordo. Dice il proverbio: se tre persone vanno insieme, i pesi toccano al più giovane. Voi siete della generazione dei padri, noi di quella dei figli. Come dicono i vecchi libri, tocca a noi darci da fare. Lasciate che vada il vostro vecchio Porcellino."
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