"Fratelli" li ammonì Sabbioso, "non contrariate il maestro, o gli farete passare l'appetito."
Porcellino trasse dunque dalla sacca la ciotola delle elemosine e la consegnò a Tripitaka, che si diresse verso la proprietà. Era davvero un bel posticino.
Sul bordo del boschetto d'alberi antichi, s'incurva l'arco di un ponte di pietra che scavalca un ruscello frusciante. Il canto degli uccelli sale dal boschetto. La piccola capanna oltre il ponte è di linee semplici ed eleganti, un vero romitaggio di immortali. La finestrella coperta di edera potrebbe ornare il più pittoresco tempio taoista. Laggiù quattro belle ragazze ricamano disegni di fenici.
Il reverendo, alla vista delle ragazze, non osò farsi avanti. Evidentemente in famiglia non c'erano figli maschi. Si teneva nascosto dietro agli alberi che crescevano all'imbocco del ponte, e guardava quelle bellezze con tanto d'occhi. Esse mostravano
Solido cuor di donna e natura gioiosa.
Adornate di rose, con le labbra scarlatte,
Sopracciglia sottili di sicuro disegno
E crocchie di capelli come ali di cicala.
Ferme tra i fiori, le api sarebbero venute
Certo a suggerne il nettare, scambiandole per fiori.
Restò lì per un'ora, senza saper che fare. C'era un gran silenzio, senza canto di gallo né abbaiar di botolo. Si diceva: "Che figura farò con i miei discepoli? Si dirà che un maestro tanto incompetente da non saper nemmeno mendicare, non può certo guidare i suoi fino al Buddha."
Non trovando alternative, il reverendo finì per arrischiarsi sul ponte, benché il cuore gli dicesse che commetteva uno sbaglio. Vide allora un chiosco di legno di sandalo, in cui altre tre ragazze giocavano a palla(58); erano diverse dalle quattro ricamatrici.
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