"Maschi o femmine?"
"Sono femmine."
"Quali sono i loro poteri?"
"L'umile divinità che sono ha un prestigio così insignificante ed è così debole che non lo sa. Tutto quello che so è che a tre leghe da qui, verso sud, c'è una sorgente di acqua calda che si chiama Purificazione. Una volta sette fate del mondo di Sopra venivano regolarmente a farci il bagno. Le orchesse, quando arrivarono, s'impadronirono della sorgente; le fate si ritirarono senza opporre resistenza. Vuol dire che i mostri erano più forti di loro."
"E che cosa se ne fanno, della sorgente?"
"Vanno a bagnarsi tre volte al giorno. Ci sono state alle dieci; la prossima volta sarà intorno a mezzogiorno."
"Vai pure, tudi" disse Scimmiotto. "Ci penso io a quelle signore."
Il vecchio tudi si prosternò di nuovo; quando tornò al suo tempio, tremava ancora di paura.
Il grande santo si trasformò in una mosca e si posò su un ciuffo d'erba, in attesa. Poco dopo si udirono dei rumori: dapprima un crepitio, come di insetti che mangiano foglie, poi un rombo come quando sale la marea. In metà del tempo necessario a vuotare una tazza di tè, il tessuto lucente scomparve e la porta ricomparve come prima. Poi si sentirono stridere i cardini e vennero fuori, ridendo e scherzando, le sette ragazze.
Scimmiotto le guardava dal suo nascondiglio, mentre avanzavano per strada tenendosi per mano e chiacchierando gioiose. Erano proprio carine:
Lisce come la giada, profumate
Come fiori dotati di parola;
Sui loro volti, fini sopraccigli
E bocche rosse come le ciliegie.
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