Lo dice anche una poesia:
Non sente né l'inverno né l'estate:
Eterna primavera o sempre autunno?
Le onde son calde come nel bucato,
O nella zuppa che cuoce in cucina.
Fan maturar le messi, se le spargi;
Se ti ci immergi, nettano ogni polvere.
Quando le belle vengono a bagnarsi,
Ne escono con la pella fresca e liscia
Come la giada: scompare ogni traccia
Di stanchezza, di sonno o dell'età.
Le ragazze si spogliarono, saltarono nell'acqua e giocarono a schizzarsi.
Scimmiotto si diceva: "Basterebbe rimescolare il calderone con la mia sbarra, e le ammazzerei tutte quante. Come si dice: gettar l'acqua calda sui ratti, per affogare la nidiata. Ma si direbbe male di me. Come dice l'adagio: l'uomo non attacca briga con le donne. Sarebbe indegno di un militare prendersela con le ragazze. Non le toccherò; ma occorre uno stratagemma che le imprigioni là dentro e impedisca loro di uscire dall'acqua: questo ci vuole."
Il bravo Scimmiotto fece un passo magico, recitò una formula e si mutò in falco affamato.
Piume di ghiaccio, occhi stellanti. Quando lo vedono, la volpe perversa sente le proprie anime sfuggirle, alla lepre astuta scoppia la milza dalla paura.
Artigli d'acciaio, aspetto feroce e maestoso. Afferra quello che vuole e se lo mangia. Sale e scende, percorre mille leghe in un baleno, fora le nuvole: è un signore dello spazio.
Prese il volo con un gran battito d'ali e afferrò con gli artigli tutti gli indumenti delle belle, che stavano appesi agli attaccapanni. Poi si allontanò e, giunto sulla strada, riprese il proprio aspetto e si ripresentò a Porcellino e Sabbioso.
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