"Secondo me, prima dobbiamo ammazzare le streghe e poi liberare il maestro. Questo è sempre il metodo migliore: sradicare le erbacce."
"Io non mi ci sporco le mani. Va tu, se vuoi."
Porcellino si sentì molto onorato; concentrò le energie e partì di buon passo con il rastrello in resta. Giunse alla sorgente, spinse l'uscio e trovò le sette ragazze rannicchiate nell'acqua che smozzicavano maledizioni contro il falco: "Maledetto sudicione! Che tu possa finire nella pancia di un gatto. E ora che si fa? Non possiamo andare in giro senza mutande."
"Rispettabili pusa" disse loro Porcellino, senza riuscire a reprimere qualche risatina. "Eccovi qua che fate il bagno. Accettereste la compagnia di un monaco, per servirvi?"
"Bonzo spudorato!" gridarono quelle, sdegnate. "Noi siamo ragazze di buona famiglia, non siamo bastardi senza tetto come te. Dopo l'età di sette anni, maschi e femmine fanno tavole separate, come dicono i vecchi libri. Come ti permetti di proporci di fare il bagno con noi?"
"Il fatto è che sono proprio accaldato: c'è poco da scegliere. Vi piaccia o no, devo venire anch'io a far zuppetta con voi. I vostri vecchi libri e le vostre tavole, di cui non so niente, teneteveli pure."
Posò il rastrello, si tolse la tunica nera e saltò in acqua con un grande tonfo. Le streghe gli si gettarono addosso, ma ignoravano di aver a che fare con un nuotatore provetto. In effetti, come toccò l'acqua, si trasformò in un grosso pesce siluro. Le orchesse cercavano di afferrarlo, ma non c'era verso: sgusciava loro fra le mani e fra le gambe, da tutte le parti. Per un po' nuotò in superficie, poi in profondità; alla fine le ragazze erano esauste, sfiatate e avevano perduto ogni speranza di poterlo mai acchiappare.
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