Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Che cosa ti è capitato?"
     "Mi hanno imprigionato in certi loro fili, e mi hanno fatto cadere tante volte che mi sento la schiena rotta. Non riuscivo a muovere un passo. Ho potuto riprendere il controllo solo quando quel gomitolo è scomparso."
     "Non parliamone più" intervenne Sabbioso. "Hai combinato un bel disastro: ora quelle orchesse se la rifaranno sul maestro. Dobbiamo andare a soccorrerlo."
     I tre si misero in cammino; ma all'imbocco del ponte trovarono sette mostriciattoli che sbarravano la via: "Fermi tutti, non si passa!"
     "Mi fanno ridere" pensò Scimmiotto dopo averli misurati con un'occhiata. "Sono dei piccoletti di poco peso: il più alto non arriva a tre piedi, e il più pesante non farà dieci libbre."
     "Chi siete?" domandò.
     "Siamo i figli delle sette fatine. Voi avete offeso le nostre mamme, e adesso avete la sfrontatezza di presentarvi a casa nostra. In guardia!"

     Si slanciarono avanti in una gran mischia, agitando a più non posso tutti i loro numerosi piedi. Il bestione, che era di malumore, li affrontò a colpi di rastrello. Quando li ebbero assaggiati, ripresero le proprie forme e volarono via gridando: "Trasformazione!" E ciascuno si moltiplicò per cento, mille e diecimila: un immenso sciame di insetti.

     Vanno oscurando il cielo quelle mosche,
     Danzano le libellule nel sole;
     Api e vespe conducon l'avanguardia,
     Le blatte guastafeste se la prendono
     Con gli occhi. Cantaridi pungenti
     Lo colgono alle spalle, mentre i grilli
     Risalgono dal basso. La sua faccia
     Diventa nera da fare paura.
     Quel ronzio universale è uno spavento!


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