"Erano tutte nude!" raccontava Tripitaka. "Sono passate di qui tutte e sette, e sono andate a chiamare i loro figli."
"Venite" disse Scimmiotto. "Andiamo a cercarle." E corsero, armi alla mano, nel cortile posteriore, ma senza trovare niente e nessuno. Frugarono nei cespugli, si arrampicarono sugli alberi, ma invano.
"Sembra che se ne siano andate" disse Porcellino.
"Lasciamole perdere" suggerì Sabbioso, "e riprendiamo la nostra strada."
I tre discepoli accompagnarono il maestro al cavallo e lo fecero montare. "Avete visto, maestro, che l'elemosina è meglio lasciarla chiedere a noi?"
"Discepoli" rispose Tripitaka, "d'ora in poi non me ne incaricherò di certo, dovessi morir di fame."
"Badate al maestro" propose Porcellino, "mentre io butto giù questa baracca a rastrellate."
"Non stare a faticar tanto" obiettò Scimmiotto. "Poche fascine faranno il lavoro più a fondo e con meno fatica."
Il bestione riunì in breve pini morti, bambù spezzati, salici inariditi e liane disseccate: il tutto prese fuoco allegramente in un grande falò, che fece un fuoco d'inferno.
Quindi maestro e discepoli ripresero tranquillamente il cammino.
Voi però non sapete che ne sia stato delle streghe dopo quella partenza: apprendetelo dal prossimo capitolo.
CAPITOLO 73
LA SCOLOPENDRA, GRANDE DISTILLATRICE DI VELENI
OVE PASSIONE, GUIDATA DA RANCORE, CAGIONA AVVELENAMENTO; FELICEMENTE IL MAESTRO DELLO SPIRITO DISTRUGGE I DIABOLICI RAGGI.
Si è detto come i pellegrini avessero raggiunto la strada maestra e ripreso il loro viaggio. Dopo un po' giunsero in vista di edifici e torri maestose. Il monaco cinese tirò le redini e chiese a Scimmiotto: "Discepolo, che sarà mai?"
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