Il prete, aggrondato, non rispondeva.
"Abbiamo saputo che sono dei bonzi."
"E allora?"
"Fra loro c'è un rotondetto pallido, e un altro con un lungo grugno e larghe orecchie. Gli avete chiesto da dove venivano?"
"Come mai conoscete quei due? Li avete già incontrati?"
"Voi non sapete in quale situazione ci siamo trovate. Il bonzo grassoccio è stato inviato dai Tang a cercare le scritture nel paradiso occidentale. Stamane è arrivato a casa nostra, e noi, che lo conoscevamo di fama, lo abbiamo catturato."
"Che cosa volevate farne?"
"Quel monaco si è coltivato attraverso dieci incarnazioni successive e si è formato un corpo di verità: mangiarne un pezzetto prolungherebbe indefinitamente la vita. Mentre facevamo il bagno alla Sorgente della Purificazione, l'altro monaco ci ha rubato i vestiti ed è entrato nella nostra vasca: quello sporcaccione si è trasformato in pesce siluro e ha cercato di stuprarci scivolando fra le nostre gambe. Poi è uscito dall'acqua e ha cercato di ucciderci con il suo rastrello. Se non fossimo state più intelligenti di lui, ci avrebbe conciate per le feste. Ecco perché ci siamo rifugiate qui, dopo avere incaricato i nostri figli adottivi (chissà che fine avranno fatto!) di combattere quei malandrini. In nome della nostra amicizia e degli studi eminenti che abbiamo fatto insieme, voi ci dovete vendicare."
Il daoshi s'indignò: "Davvero si sono comportati in un modo così indecente? Ma allora avete ragione: gliela farò pagare."
"Eccoci qua, pronte a entrare in azione con voi."
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