Una voce dall'alto rispose: "Sono io, grande santo."
Scimmiotto alzò gli occhi, riconobbe la madre del Monte Li e balzò su accanto a lei per ringraziarla: "Da dove siete venuta a darmi le vostre riverite istruzioni?"
"Ho saputo che il tuo maestro era in difficoltà mentre ritornavo dall'assemblea dell'albero Drago-Fiore. Spicciati a cercare la persona che ti ho detto, ma non dirle che ti mando io: ha un caratteraccio, e non mi ha in simpatia."
Scimmiotto rinnovò i ringraziamenti e si proiettò immediatamente sulla cima del Monte delle Nubi Porporine, dove individuò la Grotta dei Mille Fiori:
Azzurri pini decorano il bel paesaggio, cipressi turchese circondano la dimora dell'immortale. I salici invadono i sentieri con le verdi fronde, fiori inconsueti crescono negli anfratti. L'edificio di pietra è circondato da odorose orchidee, erbe profumate circondano la base della rupe cristallina.
Corre nel ruscello l'acqua di smeraldo; le lacune nelle fronde dell'antico albero sono rattoppate dalle nubi del cielo. Cinguettano gli uccelli, il cervo si muove cauto. Sullo sfondo dei fusti slanciati di bambù, i prugni dispiegano il ricco fogliame. Il corvo freddoloso sta appollaiato sull'albero morto.
Grano estivo nei vasti campi, riso autunnale ricopre il suolo: le quattro stagioni si susseguono senza che mai cadano le foglie, sbocciano fiori tutto l'anno.
Nell'atmosfera incantata galleggiano nubi di buon augurio, e salgono in alto: vanno a raggiungere il vuoto supremo.
Lo spettacolo incantava Scimmiotto, ma la solitudine era grande.
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