Il bestione si infilò il rastrello nella cintura, rassettò il vestito e corse su per il pendio. Quando arrivò dal vecchio, si diede un'aria d'importanza e lo arringò: "Salve, nonno!"
Il povero vecchio, allontanatosi Scimmiotto, si era rimesso faticosamente in piedi e si apprestava a ritornare a casa, appoggiandosi ancora tremante al suo bastone, quando si vide davanti quest'altra apparizione: "Avi miei! Che cosa ho messo nella mia minestra per soffrire tanti incubi? L'altro monaco era orrendo, ma forse conservava qualcosa di umano. Invece questo grugno rigonfio, queste orecchie grandi come ventagli di giunco, questa faccia di latta con i pelacci sul collo, di umano non hanno proprio niente."
"Si vede che siete di malumore, caro mio" lo burlò Porcellino. "So che son brutto; ma se vi abituate a guardarmi, finirete per trovarmi passabile."
Udendo che parlava con voce umana, il vecchio domandò: "Si può sapere da dove vieni?"
"Sono il secondo discepolo del monaco cinese. I miei nomi in religione sono Consapevole delle Proprie Capacità e Otto Divieti. Prima avete parlato con il mio condiscepolo anziano, Consapevole del Vuoto, il Novizio. Il maestro gli ha rimproverato di non essersi informato bene e ha mandato me a farvi qualche domanda: come si chiama questa montagna? quali mostri la abitano? in quale grotta risiedono? dove passa la strada per l'Occidente? Tante grazie, se mi vorrete rispondere."
"Tu parli sul serio?"
"Mai stato così serio in vita mia."
"Il fatto è che l'altro monaco, poco fa, mi ha raccontato una quantità incredibile di fanfaluche."
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