Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Certo, lui è un cacciapalle. Io non gli assomiglio affatto."
     Il vecchio si appoggiò meglio al suo bastone e rispose: "Vediamo: questa è la catena montuosa del Cammello Leone, larga ottocento li; nel bel mezzo c'è una grotta con lo stesso nome, dove risiedono tre marescialli diavoli."
     "Sciocchezze" commentò Porcellino. "Se si tratta soltanto di tre poveri diavoli, perché venirci a mettere sull'avviso come se si trattasse di una gran cosa?"
     "Non vi fanno paura?"
     "Il mio condiscepolo anziano abbatterà il primo con la sua sbarra, io ammazzerò il secondo con il mio rastrello, e l'altro condiscepolo regolerà il conto del terzo diavolo con il suo randello. Ecco fatto: e ce ne andremo per la nostra strada."
     "Questo monaco non ha idea della gravità della situazione" esclamò il vecchio. "I marescialli diavoli sono potentissimi. Le forze ai loro ordini sono composte da cinquemila mostri sul versante nord, altrettanti a sud, diecimila a est e altrettanti a ovest; senza contarne diecimila di guardia alla grotta e altri quattro o cinquemila addetti ai servizi di pattuglia. Conta anche gli addetti ai rifornimenti, e avrai un totale di quarantasette o quarantottomila soldati, tutti inquadrati con piastrine di riconoscimento, e tutti alimentati con carne umana."

     Fu la volta del bestione di mettersi a tremare; fece dietro-front e ritornò di corsa dal monaco cinese. Ma invece di riferire le risposte, posò il rastrello e si accucciò per fare i suoi bisogni.
     "Che strano modo di mettersi a rapporto" gli gridò Scimmiotto.


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